Il costone tufaceo

Da questo punto panoramico, sul Ponte Martorano, si può ammirare la propaggine in tufo su cui si erge l’antico borgo di Sant’Agata de’ Goti.

Il pianoro tufaceo, posto lungo la riva destra dell’Isclero, è circoscritto sui versanti orientale e occidentale da profonde gole create dai torrenti Riello e Martorano.
Il territorio circostante è caratterizzato da verdi pendii, da boscose e pittoresche vallate.

Il centro antico è di chiara impronta alto-medievale ed ha una pianta a semicerchio e misura 1 km in lunghezza, con diametro diretto da sud a nord.

Nel corso dei secoli il borgo si è arricchito di realtà architettoniche mantenendo inalterata la sua bellezza.

Da questo punto vediamo il profilo dell’agglomerato urbano su cui emergono i campanili e le bellissime cupole maiolicate delle chiese medievali e barocche.

Sotto il livello stradale, le piazze ed i palazzi sono presenti delle cavità abbastanza profonde, variamente utilizzate nel tempo, da deposito per i cibi a rifugio.

Questi interrati erano inoltre scavati anche per ricavare i tufi, che estratti venivano usati per la costruzione delle case sovrastanti. Il reticolo delle cavità supera le cento unità e rappresenta una sorta di città sotterranea.

Tutt’intorno si estende l’intero territorio comunale, prevalentemente collinare. Sullo sfondo si intravede il massiccio del monte Taburno (1394 m), ad occidente si evidenziano i quartieri moderni di edilizia residenziale, collegati al nucleo storico dal poderoso ponte Martorano ad archi in muratura.